UFFICIO DELLE LETTURE
Giovedì, 31 ottobre 2024
TRENTESIMA SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO
GIOVEDI
V O Dio, vieni a salvarmi.
R Signore, vieni presto in mio aiuto.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
Alleluia.
INNO
Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra» (Gn 1, 20).
Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore del giorno:
Al quinto giorno tutto ciò che vive
hai tratto, o Dio, dall’acque primordiali:
guizzano i pesci nel mare,
gli uccelli si rincorrono nell’aria.
Nati nell’onda del santo lavacro,
rigeneràti dal sangue di Cristo,
serbaci liberi e puri
nella preziosa vita della grazia.
Non ci avvilisca la colpa
né la superba innocenza ci illuda,
il cuore nell’orgoglio non si esalti
né si deprima per le sue cadute.
Così ti implora il tuo popolo, o Padre,
per Cristo Redentore
che nello Spirito santo
regna con te nei secoli. Amen.
latino
Magnæ Deus poténtiæ,
qui ex aquis ortum genus
partim remíttis gúrgiti,
partim levas in áera,
Demérsa lymphis ímprimens,
subvécta cælis írrogans,
ut, stirpe una pródita,
divérsa répleant loca:
Largíre cunctis sérvulis,
quos mundat unda sánguinis,
nescíre lapsus críminum
nec ferre mortis tædium,
Ut culpa nullum déprimat,
nullum levet iactántia,
elísa mens ne cóncidat,
eláta mens ne córruat.
Præsta, Pater piíssime,
per Iesum Christum Dóminum,
qui tecum in perpétuum
regnat cum sancto Spíritu. Amen.
in canto
Dall’ampia distesa dell’acqua
hai tratto, Signore, i viventi:
gli uccelli veloci nell’aria
e i pesci guizzanti nel mare.
Rinati nel santo lavacro,
salvati dal sangue di Cristo,
conservaci liberi e puri
in vita preziosa di grazia.
Il male non spenga fiducia,
nel bene viviamo umilmente;
il cuore rifugga da orgoglio
né mai lo deprima la colpa.
O Padre, così ti imploriamo
per Cristo Gesù Redentore,
che insieme allo Spirito santo
con te vive e regna in eterno. Amen.
INNO
Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino:
Vita di tutti, Cristo Redentore,
o Giudice tremendo, unico Re,
odi pietoso la supplica e accogli
benignamente il canto.
Grata la lode nella notte ascenda
a te, divina Luce,
e l’eco dell’eterna melodia
consoli e allieti i cuori.
Di gioiosa innocenza adorna i giorni,
pensieri ispira di vita immortale,
in ogni azione nostra
sfavilli la tua gloria.
A te, suprema fonte dell’essere,
o Trinità beata,
la Chiesa dei redenti
leva felice l’inno nei secoli. Amen.
latino
O sator rerum, reparátor ævi,
Christe, rex regum, metuénde censor,
tu preces nostras paritérque laudes
súscipe clemens.
Noctis en cursu tibi vota laudum
pángimus; præsta tibi sint ut apta,
nosque concéntu réfove perénni,
lúminis auctor.
Da dies nobis probitáte faustos
mortis ignáram tribuéndo vitam,
semper ut nostros tua sit per actus
glória perpes.
Glória summum résonet Paréntem,
glória Natum, paritérque sanctum
Spíritum dulci modulétur hymno
omne per ævum. Amen.
in canto
Di tutti sei vita, Signore,
o unico Re, nostro Giudice:
tu, mite, ascolta la supplica,
accogli benevolo il canto.
La lode notturna innalziamo
a te che sei Luce divina,
e l’eco dei cori celesti
consoli e allieti i cuori.
Concedi gioiosa innocenza,
pensieri di cielo ispira;
sfavilli la gloria immortale
in ogni azione terrena.
CANTICO DEI TRE GIOVANI
Cfr. Dn 3, 52-56
Ogni creatura lodi il Signore
Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu sul trono del tuo regno, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi †
e siedi sui cherubini, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Benedetto sei tu nel firmamento del cielo, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
Come era nel principio e ora e sempre
nei secoli dei secoli, amen, *
degno di lode e di gloria nei secoli.
SALMODIA
Salmo 43
Il popolo di Dio nella sventura
In tutte le tribolazioni noi siamo più che vincitori, per virtù di colui che ci ha amati (Rm 8, 37).
I (2-9)
Ant. 1 Ci hai salvati, o Dio, dai nostri avversari, *
hai confuso i nostri nemici.
Dio, con i nostri orecchi abbiamo udito, †
i nostri padri ci hanno raccontato l’opera che hai compiuto ai loro giorni, *
nei tempi antichi.
Tu per piantarli, con la tua mano hai sradicato le genti, *
per far loro posto, hai distrutto i popoli.
Poiché non con la spada conquistarono la terra, *
né fu il loro braccio a salvarli;
ma il tuo braccio e la tua destra e la luce del tuo volto, *
perché tu li amavi.
Sei tu il mio re, Dio mio, *
che decidi vittorie per Giacobbe.
Per te abbiamo respinto i nostri avversari, *
nel tuo nome abbiamo annientato i nostri aggressori.
Infatti nel mio arco non ho confidato *
e non la mia spada mi ha salvato,
ma tu ci hai salvati dai nostri avversari, *
hai confuso i nostri nemici.
In Dio ci gloriamo ogni giorno, *
celebrando senza fine il tuo nome.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
Ant. 1 Ci hai salvati, o Dio, dai nostri avversari, *
hai confuso i nostri nemici.
II (10-17)
Ant. 2 La vergogna non copra il mio volto.
Ma ora ci hai respinti e coperti di vergogna, *
e più non esci con le nostre schiere.
Ci hai fatti fuggire di fronte agli avversari *
e i nostri nemici ci hanno spogliati.
Ci hai consegnati come pecore da macello, *
ci hai dispersi in mezzo alle nazioni.
Hai venduto il tuo popolo per niente, *
sul loro prezzo non hai guadagnato.
Ci hai resi ludibrio dei nostri vicini, *
scherno e obbrobrio a chi ci sta intorno.
Ci hai resi la favola dei popoli, *
su di noi le nazioni scuotono il capo.
L’infamia mi sta sempre davanti *
e la vergogna copre il mio volto
per la voce di chi insulta e bestemmia, *
davanti al nemico che brama vendetta.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
Ant. 2 La vergogna non copra il mio volto.
III (18-27)
Ant. 3 Sorgi, o Signore, vieni in nostro aiuto, *
salvaci per la tua misericordia.
Tutto questo ci è accaduto †
e non ti avevamo dimenticato, *
non avevamo tradito la tua alleanza.
Non si era volto indietro il nostro cuore, *
i nostri passi non avevano lasciato il tuo sentiero;
ma tu ci hai abbattuti in un luogo di sciacalli *
e ci hai avvolti di ombre tenebrose.
Se avessimo dimenticato il nome del nostro Dio *
e teso le mani verso un dio straniero,
forse che Dio non lo avrebbe scoperto, *
lui che conosce i segreti del cuore?
Per te ogni giorno siamo messi a morte, *
stimati come pecore da macello.
Svégliati, perché dormi, Signore? *
Dèstati, non ci respingere per sempre.
Perché nascondi il tuo volto, *
dimentichi la nostra miseria e oppressione?
Poiché siamo prostrati nella polvere, *
il nostro corpo è steso a terra.
Sorgi, vieni in nostro aiuto; *
salvaci per la tua misericordia.
Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
nei secoli dei secoli. Amen.
Ant. 3 Sorgi, o Signore, vieni in nostro aiuto, *
salvaci per la tua misericordia.
Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.
V Tu sei benedetto, Signore.
R Amen.
L Benedicimi, Padre.
V Per Cristo, che è via e verità,
la divina Maestà ci benedica.
R Amen.
PRIMA LETTURA
Ger 27, 1-15
Dal libro del profeta Geremia
Non date retta ai falsi profeti!
Al principio del regno di Sedecìa figlio di Giosia, re di Giuda, fu rivolta questa parola a Geremia da parte del Signore. Mi dice il Signore: «Procurati capestri e un giogo e mettili sul tuo collo. Quindi manda un messaggio al re di Edom, al re di Moab, al re degli Ammoniti, al re di Tiro e al re di Sidone per mezzo dei loro messaggeri venuti a Gerusalemme da Sedecìa, re di Giuda, e affida loro questo mandato per i loro signori: Dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele, così parlerete ai vostri signori: Io ho fatto la terra, l'uomo e gli animali che sono sulla terra, con grande potenza e con braccio potente e li do a chi mi piace. Ora ho consegnato tutte quelle regioni in potere di Nabucodònosor re di Babilonia, mio servo; a lui ho consegnato perfino le bestie selvatiche perché lo servano.
Tutte le nazioni saranno soggette a lui, a suo figlio e al nipote, finché anche per il suo paese non verrà il momento. Allora molte nazioni e re potenti lo assoggetteranno.
La nazione o il regno che non si assoggetterà a lui, Nabucodònosor, re di Babilonia, e che non sottoporrà il collo al giogo del re di Babilonia, io li punirò con la spada, la fame e la peste – dice il Signore – finché non li avrò consegnati in suo potere.
Voi non date retta ai vostri profeti né ai vostri indovini né ai vostri sognatori né ai vostri maghi né ai vostri stregoni, che vi dicono: Non sarete soggetti al re di Babilonia!
Costoro vi predicono menzogne per allontanarvi dal vostro paese e perché io vi disperda e così andiate in rovina. Invece io lascerò stare tranquilla sul proprio suolo – dice il Signore – la nazione che sottoporrà il collo al giogo del re di Babilonia e gli sarà soggetta; essa lo coltiverà e lo abiterà».
A Sedecìa re di Giuda, io ho parlato proprio allo stesso modo: «Piegate il collo al giogo del re di Babilonia, siate soggetti a lui e al suo popolo e conserverete la vita. Perché tu e il tuo popolo vorreste morire di spada, di fame e di peste, come ha preannunziato il Signore per la nazione che non si assoggetterà al re di Babilonia? Non date retta alle parole dei profeti che vi dicono: Non sarete soggetti al re di Babilonia! perché essi vi predicono menzogne. Io infatti non li ho mandati – dice il Signore – ed essi predicono menzogne in mio nome; perciò io sarò costretto a disperdervi e così perirete voi e i profeti che vi fanno tali profezie».
RESPONSORIO
Cfr. Dn 28, 15. 48. 47
R Se non obbedirai alla voce del tuo Signore,
servirai i tuoi nemici,
in mezzo alla fame, alla sete, alla nudità.
V Non avendo servito il Signore tuo Dio
con gioia e di buon animo,
servirai i tuoi nemici,
in mezzo alla fame, alla sete, alla nudità.
L Benedicimi, Padre.
V La grazia dello Spirito santo
illumini i nostri sensi e il nostro cuore.
R Amen.
SECONDA LETTURA
Dal libro della «Imitazione di Cristo»
(L. I, cap. XVI, 1-4)
La sopportazione dei difetti altrui
Ciò che, in noi o negli altri, non riusciamo a correggere se non rarissimamente, dobbiamo sopportarlo con pazienza finché Iddio non disponga altrimenti. E tu devi pensare che, forse, è meglio così, perché sia messa alla prova la tua capacità di sofferenza, senza la quale i nostri meriti hanno ben poco valore.
Tuttavia, quando tu senti uno di questi ostacoli, devi invocare Iddio, perché si degni di venire in tuo soccorso e darti modo di sopportarlo con animo sereno. Se qualcuno, benché ammonito da te una o due volte, non cede, cedi tu e metti ogni cosa nelle mani di Dio, perché sia fatta la sua volontà e gli sia dato onore da tutti i suoi servi: lui, infatti, sa come convertire in bene ciò che è male.
Stùdiati di essere paziente verso i difetti altrui e verso tutte quelle debolezze di cui anche tu sei carico, e che gli altri devono pur sopportare.
Se non puoi rendere te stesso quale ti vorresti, come sarà mai possibile che tu riduca gli altri, in tutto, al tuo piacimento? Noi vorremmo perfetti gli altri senza preoccuparci di cacciar via i difetti nostri. Vorremmo che gli altri fossero richiamati all'ordine severamente; ma non vorremmo esser richiamati noi. E ci dispiace, negli altri, la troppa libertà; mentre a noi non vorremmo che si impedisse mai nulla. Pretendiamo, insomma, che tutti gli altri sottostiano alle regole; noi, invece, liberi fino all'ultima delle nostre voglie. Da tutto questo appare chiaro quanto raramente noi applichiamo agli altri la stessa misura che teniamo per noi stessi.
Ma se tutti gli uomini fossero perfetti, che cosa potremmo noi sopportare dai nostri simili per amor di Dio? E Dio allora proprio per questo ha disposto che tutto stia come sta: perché tutti impariamo a portare «il peso l'uno dell'altro» (Gal 6, 2), nessuno essendo senza difetto, nessuno senza peso da portare, nessuno capace di bastare a se stesso, nessuno sapiente quanto gli occorrerebbe. Per questo dobbiamo a vicenda sopportarci, consolarci, aiutarci, istruirci e ammonirci.
Quanto, poi, ciascuno di noi sia virtuoso, si vedrà al momento della contrarietà, la quale, ben lungi dal fiaccare il nostro animo, lo mette in mostra come è veramente.
LAUS ANGELORUM MAGNA
Gloria a Dio nell’alto dei cieli, *
e pace in terra agli uomini di buona volontà.
Noi ti lodiamo, ti eleviamo un inno, *
ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo.
Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, *
Signore Dio, Re del cielo.
Dio Padre onnipotente, *
Gesù Cristo e Spirito santo.
Signore Dio, *
Figlio del Padre.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, *
accogli la nostra supplica.
Tu che siedi alla destra del Padre, *
abbi pietà di noi.
Sii tu la nostra guida e il nostro aiuto; *
salvaci, rendici puri, conservaci nella tua pace.
Liberaci dai nemici *
e dalle tentazioni.
Perché tu solo il santo, *
tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo,
Gesù Cristo, *
nella gloria di Dio Padre con lo Spirito santo.
Ogni giorno ti benediciamo, *
e lodiamo il tuo nome per sempre.
Dégnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Benedetto sei tu, Signore; *
mostrami il tuo volere.
Vedi la mia miseria e la mia pena *
e perdona tutti i miei peccati.
Dalle mie labbra fiorisca la lode, *
la lode al nostro Dio.
Possa io vivere per lodarti: *
mi aiutino i tuoi giudizi.
Come pecora smarrita vado errando; *
cerca il tuo servo perché non ho dimenticato i tuoi comandamenti.
Presto ci venga incontro la tua misericordia, †
perché siamo troppo infelici: *
aiutaci, Dio, nostra salvezza.
Benedetto sei tu, Signore, Dio dei nostri padri, *
degno di lode e di gloria nei secoli. Amen.
LAUS ANGELORUM MAGNA
Glória in excélsis Deo *
et in terra pax homínibus bonæ voluntátis.
Laudámus te, hymnum dícimus tibi, *
benedícimus te, adorámus te, glorificámus te.
Grátias tibi ágimus propter magnam glóriam tuam, *
Dómine Deus rex cæléstis.
Deus Pater omnípotens, *
Iesu Christe et sancte Spíritus.
Dómine Deus, *
Fílius Patris.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, *
sύscipe deprecatiónem nostram;
qui sedes ad déxteram Patris, *
miserére nobis.
Miserére nobis: sύbveni nobis, dírige nos: *
consérva nos, munda nos, pacífica nos,
libera nos ad inimícis, *
a tentatiónibus.
Quia tu solus sanctus, *
tu solus Dóminus, tu solus Altíssimus
Iesu Christie *
in glória Dei Patris cum sancto Spíritu.
Per síngulos dies benedícimus te, *
et laudámus nomen tuum in ætérnum, et in sæculum sæculi.
Dignáre, Dómine, die isto, *
sine peccáto nos custodíre.
Benedíctus es, Dómine, *
doce me iustítias tuas.
Vide humilitátem meam et labórem meum *
et dimítte ómnia peccáta mea.
Eructábunt lábia mea hymnum, *
hymnum Deo nostro.
Vivet ánima mea et laudábit te, *
et iudícia tua adiuvábunt me.
Errávi sicut ovis, quæ períerat: *
requíre servum tuum, quia mandáta tua non sum oblítus.
Cito antícipet nos misericórdia tua, Dómine, †
quia páuperes factin sumus nimis, *
ádiuva nos, Deus salutáris noster.
Benedíctus es, Dómine, Deus patrum nostrórum, *
et laudábilis et gloriósus in sæcula sæculórum. Amen.
Se all’Ufficio delle Letture seguono immediatamente le Lodi si omettono l’orazione seguente e l’introduzione di Lodi e si recita immediatamente il Cantico di Zaccaria.
ORAZIONE
Perché possiamo ottenere, o Dio, la tua misericordia,
fa’ che sempre ti amiamo
con tutta l’anima e con tutto il cuore.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Quando l'Ufficio delle letture si recita nelle ore notturne o nelle prime del mattino, invece dell'orazione riportata si può sempre dire l'orazione seguente:
Allontana, o Dio, ogni tenebra
dal cuore dei tuoi servi
e dona alle nostre menti la tua luce.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.
CONCLUSIONE
V Benediciamo il Signore.
R Rendiamo grazie a Dio.