VI DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE - anno B
Domenica, 06 ottobre 2024
VANGELO STORICO
Introduzione
Si può consultare l’introduzione generale, in Vangelo storico della Prima Domenica di Avvento.
Titolo, spiegazione, conclusione
Questa parabola (Mt 20,1-16) non si trova nel Vangelo di Luca, per cui si deve ritenere che sia stata conservata a memoria dagli scribi che avevano seguito Gesù. In questi passaggi consiste la “tradizione orale”, che occupa in realtà poco spazio nei racconti evangelici. Il resto è relazione dei fatti scritta immediatamente da Matteo oppure da Giovanni.
È stato necessario riflettere un po’ sulla fedeltà storica di questo passo alle parole di Cristo. Ma, in conclusione, si deve dire che la pa¬rabola serve soltanto a spiegare una frase di Gesù, (b) che troviamo anche in Luca.
Non ci sono altri significati più profondi. Forse non è nemmeno un discorso originale del divin Maestro, ma una riflessione autorevole degli scribi di Matteo.
Appena prima del brano, che viene letto nella S. Messa, leggiamo queste parole: «Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi».
Sono poco legate al discorso precedente e dovrebbero far parte del capitolo ventesimo.
Infatti servono proprio da titolo alla parabola, come si vede alla conclusione di essa: «Così gli ultimi saranno i primi...».
Alla fine gli scribi ritengono di avere spiegato le parole del Maestro, perché nel Regno di Dio molti possono passare avanti agli altri.
Nel Vangelo di Luca la frase, storicamente, concludeva un discorso del Cristo Re iniziato con l’invito a fare «a gara per entrare dalla stretta porta».
Così, nella gara come nella ricompensa, ci possono essere molte sorprese dovute alla benevolenza e alla “fantasia” del Padre.
Una parabola tecnica
Non cerchiamo allora di capire che cosa vogliano dire, in più, le parole che servono da titolo e da conclusione. La spiegazione è tutta qui.
Ricordiamo costantemente che il Vangelo di Matteo è rivolto al popolo e ai capi ebrei, ancor prima dell’anno 50, quando per circa 35 anni ci fu sostanzialmente pace tra Cristiani, Ebrei e Romani. Gli Apostoli erano rispettati quasi da tutti.
Certamente il Messia-Cristo degli Ebrei voleva far capire di non esserlo in realtà solo per loro, anzi che molti altri, anche tra le Genti, avrebbero potuto superarli nella gara per il Regno di Dio.
Che la gara è entusiasmante e aperta a tutti.
Però non complichiamo di più ciò che è spiegato così.
Invece possiamo ricavare dalla parabola dati “tecnici” per capire meglio la società in cui Gesù Cristo ha insegnato e agito.
«Un denaro», era un giusto salario per tutta la giornata sotto il sole. I lavoratori dell’alba l’hanno accettato come contratto.
«All’alba», senza indicazione di stagione, erano per noi le sei del mattino. Le ore del giorno erano dodici ed erano tutte lavorative. Naturalmente si devono immaginare pause per rifocillarsi.
«Un’ora» di lavoro, dalle cinque alle sei, indica che alle sei della sera la giornata lavorativa terminava. (d) Non si lavo¬rava senza orario.
Tuttavia, perché in ogni stagione l’alba coincidesse con le sei del mattino e la conclusione della giornata con le sei della sera, si comprende che le ore si allungavano o si accorciavano a seconda della durata della luce del giorno.
Quindi le ore esatte venivano segnate dalle meridiane, supportate dalle clessidre in assenza del sole.
Giovanni Conforti