In questo brano del Vangelo di Giovanni torna una dialettica abituale: quella tra lo spirito che dà la vita e la carne che nella sua pesantezza non giova a nulla.

Ecco ancora una volta le domande che si affollano intorno a questa presenza del Nazareno, tra i suoi e tra gli ascoltatori, tra i discepoli, la domanda intorno al senso di questa presenza di Gesù.

Una domanda che ci poniamo anche noi nei non rari momenti di difficoltà, sia per quel che riguarda la storia, pensiamo agli avvenimenti, e non sono pochi, che ci sorprendono, alle tragedie che attraversano questa fase storica, quelli che un grande analista americano ha già chiamato, qualche anno fa, "i cigni neri": ossia i fatti imprevisti e imprevedibili che pure ritornano determinanti, oppure, se veniamo alla nostra vita personale, quelle che sono le piccole notti dello spirito, il non vedere chiaro, il non sapere dove si va: è notorio che anche madre Teresa di Calcutta fu afflitta a lungo di tutto questo.

Tutto questo può sconcertare, sconcerta gli ascoltatori del Signore e infatti molti se ne vanno, lo abbandonano e allora la domanda: "Volete andarvene anche voi?"

E ancora una volta la risposta senza dubbi di Pietro: "Dove dovremmo andarcene, Signore.

Sei tu che ci dai la certezza".

Ed ecco, rispetto questa risposta, il cammino che riprende nel piccolo gruppo, ma nel piccolo gruppo già si annuncia uno scampolo, un sentore di quello che sarà il percorso della Passione: il tradimento di Giuda.

Giuda fa parte della compagnia ristretta, è uno dei più vicini al Signore, addirittura un uomo di fiducia: tiene la borsa, tiene l'amministrazione di cui ha bisogno questo piccolo gruppo e già si appresta a tradire. Il Signore lo sa: "Uno di voi mi tradirà".

Giuda andrà fino in fondo, gli altri apostoli invece terranno duro.

È l'invito per chi legge il Vangelo.

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