2020 - Redazione del martedì 2 agosto 2022
Sant'Eusebio di Vercelli, vescovo
Fa impressione il "guai" pronunciato da Gesù, il mite e umile di cuore. È un "guai" di condanna o di messa in guardia? Rivolto a chi? Certamente questo richiamo, dal tono quasi ultimativo, è rivolto ai credenti di ogni epoca, in quanto, non per proprio merito, si sono trovati nella favorevole condizione di conoscere il progetto di Dio, nella persona di Gesù. È un "guai" che evoca una situazione ad alto rischio: ritenere compatibile l'essere cristiani con la soddisfazione di ogni nostro desiderio, conformandoci alle sempre nuove suggestioni del grande supermercato mondano. Non si tratta di reprimere il proprio mondo interiore, né di rifiutare quello esteriore; occorre invece accettare la fatica e la gioia di avere sempre come unico riferimento delle nostre scelte la parola e i sentimenti di Gesù.
