UFFICIO DELLE LETTURE

Lunedì, 06 gennaio 2025

EPIFANIA DEL SIGNORE
Solennità

V   O Dio, vieni a salvarmi.
R   Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Alleluia.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore del giorno:

Vita dei santi, Cristo, unica via,
o sola speranza del mondo,
o sorgente di pace e di giustizia,
voci e cuori a te inneggiano.

Se qualche luce di virtù tu vedi,
ogni parola vera,
ogni infiammata volontà di bene,
è, Signore, tua grazia.

Dona quiete ai tempi incerti,
salda custodisci la fede,
rinvigorisci i deboli,
perdona i peccatori.

Gloria si canti al Padre
e all’unico suo Figlio,
dolce si levi la lode allo Spirito
negli infiniti secoli.   Amen.


latino

Vita sanctórum, via, spes salúsque,
Christe, largítor probitátis atque
cónditor pacis, tibi voce, sensu
pángimus hymnum:

Cuius est virtus manifésta totum
quod pii possunt, quod habent, quod ore,
corde vel factis cúpiunt, amóris
igne flagrántes.

Témporum pacem, fídei tenórem,
lánguidis curam veniámque lapsis,
ómnibus præsta páriter beátæ
múnera vitæ.

Glória summum résonet Paréntem,
glória Natum, paritérque sanctum
Spíritum dulci modulétur hymno
omne per ævum.   Amen.


in canto

O Cristo, sei vita dei santi,
salvezza e speranza del mondo;
sorgente di pace e giustizia,
ti cantano i cuori e le voci.

Se qualche virtù in noi vedi,
parole sincere di vita,
il nostro cammino nel bene
è frutto, Signore, di grazia.

Da’ quiete ai tempi insicuri,
saldezza a una fragile fede,
ai deboli dona vigore,
a tutti perdona i peccati.

Al Padre si cantino lodi
e all’unico Figlio Signore,
onore allo Spirito santo
per sempre nei secoli eterni. Amen.

INNO

Quando l’Ufficio delle letture si dice nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino:

La nostra lode accogli,
o Creatore eterno delle cose,
che, notte e giorno avvicendando,
rendi più vario e grato il tempo.

Alta regna la notte
e già s’ode il canto del gallo,
gioioso presagio di luce
all’ansia del viandante.

Si desta allora e ad oriente appare
la stella palpitante del mattino,
la torma squagliasi dei vagabondi,
abbandonando i vicoli del male.

Il gallo canta. La sua voce placa
il furioso fragore dell’onda;
e Pietro, roccia che fonda la Chiesa,
la colpa asterge con lacrime amare.

Orsù leviamoci animosi e pronti:
tutti risveglia il richiamo del gallo
e gli indolenti accusa che si attardano
sotto le coltri dormigliando ancora.

Il gallo canta. Torna la speranza:
l’infermo sente rifluir la vita,
il sicario nasconde il suo pugnale,
negli smarriti la fede rivive.

Gesù Signore, guardaci pietoso,
quando, tentati, incerti vacilliamo:
se tu ci guardi, le macchie dileguano
e il peccato si stempera nel pianto.

Tu, vera luce, nei cuori risplendi,
disperdi il torpore dell’anima:
a te sciolga il labbro devoto
la santa primizia dei canti.

Gloria a Dio Padre
e all’unico suo Figlio
con lo Spirito santo
nella distesa dei secoli.   Amen.


latino

Ætérne rerum Cónditor,
noctem diémque qui regis,
et témporum das témpora,
ut álleves fastídium;

Præco diéi iam sonat,
noctis profúndæ pérvigil,
noctúrna lux viantibus
a nocte noctem ségregans.

Hoc excitátus lúcifer
solvit polum calígine,
hoc omnis errónum chorus
vias nocéndi déserit.

Hoc nauta vires cólligit
pontíque mitescunt freta,
hoc ipse Petra Ecclésiæ
canénte culpam diluit.

Surgámus ergo strénue!
gallus iacentes excitat,
et somnoléntos íncrepat,
Gallus negantes arguit.

Gallo canénte spes redit,
ægris salus refúnditur,
mucro latrónis cónditur,
lapsis fides revértitur.

Iesu, labántes respice,
et nos vidéndo córrige,
si réspicis, lapsus cadunt,
fletúque culpa sólvitur.

Tu lux refúlge sensibus,
mentísque somnum díscute,
te nostra vox primum sonet
et ore solvámus tibi.

Deo Patri sit glória
eiúsque soli Fílio,
cum Spíritu Paráclito
in sempíterna sǽcula.   Amen.


in canto

Accogli nel canto la lode,
eterno Creatore del mondo,
che notte e giorno avvicendi
rendendo più vario il tempo.

Ancora la notte è oscura
e già si ode il canto del gallo,
gioioso presagio di luce
all’ansia dell’uomo in cammino.

Si desta e appare ad oriente
la stella del primo mattino;
la torma di uomini infidi
rifugge da vie tortuose.

Il canto del gallo è una voce
sul cupo fragore dell’onda;
e Pietro, la roccia di Cristo,
con lacrime asperge la colpa.

Leviamoci pronti e animosi:
il canto del gallo risveglia
e accusa i pigri indolenti,
che ancora nel sonno si attardano.

Così la speranza ritorna:
il male abbandona il violento,
fluisce la vita all’infermo,
la fede rivive nei cuori.

Clemente Signore, difendici:
incerti e tentati noi siamo!
Se guardi, le macchie dileguano:
nel pianto il peccato laviamo.

Tu, luce, risplendi nell’uomo,
disperdi il torpore dell’anima:
a te sciolga il labbro devoto
la santa primizia dei canti.

La gloria innalziamo al Padre
e all’unico Figlio risorto,
insieme allo Spirito santo,
per sempre nei secoli eterni. Amen.

RESPONSORIO

Cfr. Sal 71, 18. 1. 2. 11

R   Benedetto il Signore, Dio di Israele,
      egli solo compie prodigi:
      e benedetto il suo nome glorioso
           in eterno e per sempre.

V I   Dio da' al re il tuo giudizio,
      al figlio del re la tua giustizia
           in eterno e per sempre.

V II   Regga con giustizia il tuo popolo
      e i tuoi poveri con rettitudine
           in eterno e per sempre.

V III   A lui tutti i re si prostreranno,
      lo serviranno tutte le nazioni
           in eterno e per sempre.

SALMODIA

L’Ufficio delle letture della solennità del Natale del Signore propone un duplice notturno. È obbligatoria la recita di un notturno (di regola il primo); è raccomandata la recita dell’ufficiatura completa.

I Notturno

Salmo 47

Azione di grazie per la salvezza del popolo

I (1-8)
Apparterremo alla città posta sul monte, se saremo membra del Re, che è capo di questa città (S. Ambrogio).

Ant. 1   Una stella fulgente oggi apparve nel cielo
             alla vista dei Magi; *
             e offrirono al Signore oro, incenso e mirra.

Grande è il Signore e degno di ogni lode * 
     nella città del nostro Dio.
Il suo monte santo, altura stupenda, * 
     è la gioia di tutta la terra.

Il monte Sion, dimora divina, * 
     è la città del grande Sovrano.
Dio nei suoi baluardi * 
     è apparso fortezza inespugnabile.

Ecco, i re si sono alleati, * 
     sono avanzati insieme.
Essi hanno visto: * 
     attoniti e presi dal panico, sono fuggiti.

Là sgomento li ha colti, * 
     doglie come di partoriente,
simile al vento orientale * 
     che squarcia le navi di Tarsis.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 1   Una stella fulgente oggi apparve nel cielo
             alla vista dei Magi; *
             e offrirono al Signore oro, incenso e mirra.

II (9-15)
Che sono queste «città di Giuda», se non le anime religiose, le anime della Chiesa, che riconoscono Gesù Cristo come Signore, ed esultano sempre vedendo la sapienza dei tuoi giudizi? (S. Ambrogio).

Ant. 2 (duplex)   I Magi domandavano:
             «Dov’è il re dei Giudei? *
             Abbiamo visto sorgere la sua stella
             e siamo venuti per adorarlo».

V          Venite e vedete: è posto in un presepe. *
             Adorate e cantate inni spirituali.

Come avevamo udito, così abbiamo visto 
          nella città del Signore degli eserciti, †
     nella città del nostro Dio; *
     Dio l’ha fondata per sempre.

Ricordiamo, Dio, la tua misericordia * 
     dentro il tuo tempio.

Come il tuo nome, o Dio, † 
     così la tua lode si estende
          sino ai confini della terra; *
     è piena di giustizia la tua destra.

Gioisca il monte di Sion, † 
     esultino le città di Giuda *
     a motivo dei tuoi giudizi.

Circondate Sion, giratele intorno, * 
     contate le sue torri.

Osservate i suoi baluardi, † 
     passate in rassegna le sue fortezze, *
     per narrare alla generazione futura:

Questo è il Signore, nostro Dio † 
     in eterno, sempre: *
     egli è colui che ci guida.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 2 (duplex)   I Magi domandavano:
             «Dov’è il re dei Giudei? *
             Abbiamo visto sorgere la sua stella
             e siamo venuti per adorarlo».

V          Venite e vedete: è posto in un presepe. *
             Adorate e cantate inni spirituali.

Salmo 71, 10-19

Il potere regale del Messia

Come «povero» e «misero» è indicato il popolo dei credenti in lui; in questo popolo sono compresi anche i re che vengono ad adorarlo (S. Ambrogio).

Ant. 3 (duplex)   Vista la stella,
             i Magi si dissero l'un l'altro; *
            «È il segno del gran Re.

V         Andiamo ad adorarlo e portiamogli doni: *
            l'oro, l'incenso, la mirra».

I re di Tarsis e delle isole porteranno offerte, * 
     i re degli Arabi e di Saba offriranno tributi.
A lui tutti i re si prostreranno, * 
     lo serviranno tutte le nazioni.

Egli libererà il povero che invoca * 
     e il misero che non trova aiuto,
avrà pietà del debole e del povero *
     e salverà la vita dei suoi miseri.

Li riscatterà dalla violenza e dal sopruso, * 
     sarà prezioso ai suoi occhi il loro sangue.

Vivrà e gli sarà dato oro di Arabia: † 
     si pregherà per lui ogni giorno, *
     sarà benedetto per sempre.

Abbonderà il frumento nel paese, * 
     ondeggerà sulle cime dei monti;
il suo frutto fiorirà come il Libano, *
     la sua messe come l’erba della terra.

Il suo nome duri in eterno, * 
     davanti al sole persista il suo nome.
In lui saranno benedette tutte le stirpi della terra * 
     e tutti i popoli lo diranno beato.

Benedetto il Signore, Dio di Israele, * 
     egli solo compie prodigi.

E benedetto il suo nome glorioso per sempre, † 
     della sua gloria sia piena tutta la terra. *
     Amen, amen.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 3 (duplex)   Vista la stella,
             i Magi si dissero l'un l'altro; *
            «È il segno del gran Re.

V         Andiamo ad adorarlo e portiamogli doni: *
            l'oro, l'incenso, la mirra».

II Notturno

Cantico - Is 2, 2-5

La nuova città di Dio, centro dell’umanità intera

«Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte» (Mt 5, 14).

Ant. 4   Gerusalemme, rivèstiti di luce: *
             la gloria del Signore brilla sopra di te.

Alla fine dei giorni, † 
     il monte del tempio del Signore *
     sarà elevato sulla cima dei monti,

e sarà più alto dei colli; *
     ad esso affluiranno tutte le genti.

Verranno molti popoli e diranno: †
     «Venite, saliamo sul monte del Signore, * 
     al tempio del Dio di Giacobbe,

perché ci indichi le sue vie *
     e possiamo camminare per i suoi sentieri».
Poiché da Sion uscirà la legge * 
     e da Gerusalemme la parola del Signore.

Egli sarà giudice fra le genti * 
     e sarò arbitro fra molti popoli.
Forgeranno le loro spade in vomeri, * 
     le loro lance in falci;

un popolo non alzerà più la spada
          contro un altro popolo, *
     non si eserciteranno più nell’arte della guerra.

Casa di Giacobbe, vieni, * 
     camminiamo nella luce del Signore.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 4   Gerusalemme, rivèstiti di luce: *
             la gloria del Signore brilla sopra di te.

Cantico - Is 56, 1-3a. 6-7

La vocazione di tutte le genti

«La vostra afflizione si cambierà in gioia» (Gv 16, 20).

Ant. 5   Gli stranieri, che hanno aderito al Signore, *
             lo servano e amino il suo nome.

Così dice il Signore: *
     «Osservate il diritto e praticate la giustizia,
perché prossima a venire è la mia salvezza; *
     la mia giustizia sta per rivelarsi».

Beato l’uomo che così agisce, * 
     il figlio dell’uomo che a questo si attiene,
che osserva il sabato senza profanarlo, *
     che preserva la sua mano da ogni male.

Non dica lo straniero che ha aderito al Signore: *
     «Certo mi escluderà il Signore dal suo popolo!».

Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo †
     e per amare il nome del Signore, *
     e per essere suoi servi,
quanti si guardano dal profanare il sabato *
     e restano fermi nella mia alleanza,

li condurrò sul mio monte santo *
     e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera.

I loro olocausti e i loro sacrifici * 
     saliranno graditi sul mio altare,

perché il mio tempio si chiamerà *
     casa di preghiera per tutti i popoli.

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 5   Gli stranieri, che hanno aderito al Signore, *
             lo servano e amino il suo nome.

Cantico - Is 66, 10-14a

Nella città di Dio consolazione e gioia

«Nessuno vi potrà togliere la vostra gioia» (Gv 16, 23).

Ant. 6   Rallegratevi con Gerusalemme, *
             esultate per essa quanti l'amate.

Rallegratevi con Gerusalemme, * 
     esultate per essa quanti l’amate.
Sfavillate di gioia con essa * 
     voi tutti che avete partecipato al suo lutto.

Così succhierete al suo petto † 
     e vi sazierete delle sue consolazioni; *
     succhierete con delizia all’abbondanza del suo seno.

Poiché così dice il Signore: †
     «Ecco io farò scorrere verso di essa 
          la prosperità come un fiume; *
     come un torrente in piena la ricchezza dei popoli;

i suoi bimbi saranno portati in braccio, *
     sulle ginocchia saranno accarezzati.

Come una madre consola un figlio, † 
     così io vi darò consolazione; *
     in Gerusalemme sarete consolati.

Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore, *
     le vostre ossa saranno rigogliose come erba fresca».

Gloria al Padre e al Figlio *
     e allo Spirito santo.
Come era nel principio e ora e sempre *
     nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. 6   Rallegratevi con Gerusalemme, *
             esultate per essa quanti l'amate.
             Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

Tu sei benedetto, Signore.
Amen.

L    Benedicimi, Padre.
V   Cristo, che è Luce nata da Luce,
      ci doni la letizia della pace.
R   Amen.

PRIMA LETTURA

Is 60, 1-22

Dal libro del profeta Isaia

Il Signore manifesta la sua gloria sopra Gerusalemme

Alzati, rivèstiti di luce, perché viene la tua luce,
la gloria del Signore brilla sopra di te.
Poiché, ecco, le tenebre ricoprono la terra,
nebbia fitta avvolge le nazioni;
ma su di te risplende il Signore,
la sua gloria appare su di te.
Cammineranno i popoli alla tua luce,
i re allo splendore del tuo sorgere.
Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si sono radunati, vengono a te.
I tuoi figli vengono da lontano,
le tue figlie sono portate in braccio.
A quella vista sarai raggiante,
palpiterà e si dilaterà il tuo cuore,
perché le ricchezze del mare si riverseranno su di te,
verranno a te i beni dei popoli.
Uno stuolo di cammelli ti invaderà,
dromedari di Madian e di Efa,
tutti verranno da Saba,
portando oro e incenso
e proclamando le glorie del Signore.
Tutti i greggi di Kedàr si raduneranno da te,
i montoni dei Nabatei saranno a tuo servizio,
saliranno come offerta gradita sul mio altare;
renderò splendido il tempio della mia gloria.
Chi sono quelle che volano come nubi 
e come colombe verso le loro colombaie?
Sono navi che si radunano per me,
le navi di Tarsis in prima fila,
per portare i tuoi figli da lontano,
con argento e oro,
per il nome del Signore tuo Dio,
per il Santo di Israele che ti onora.
Stranieri ricostruiranno le tue mura,
i loro re saranno al tuo servizio,
perché nella mia ira ti ho colpito,
ma nella mia benevolenza ho avuto pietà di te.
Le tue porte saranno sempre aperte,
non si chiuderanno né di giorno né di notte,
per lasciar introdurre da te
le ricchezze dei popoli
e i loro re che faranno da guida.
Perché il popolo e il regno
che non vorranno servirti periranno
e le nazioni saranno tutte sterminate.
La gloria del Libano verrà a te,
cipressi, olmi e abeti insieme,
per abbellire il luogo del mio santuario,
per glorificare il luogo dove poggio i miei piedi.
Verranno a te in atteggiamento umile
i figli dei tuoi oppressori;
ti si getteranno proni alle piante dei piedi
quanti ti disprezzavano.
Ti chiameranno Città del Signore,
Sion del Santo di Israele.
Dopo essere stata derelitta,
odiata, senza che alcuno passasse da te,
io farò di te l’orgoglio dei secoli,
la gioia di tutte le generazioni.
Tu succhierai il latte dei popoli,
succhierai le ricchezze dei re.
Saprai che io sono il Signore tuo salvatore
e tuo redentore,
io il Forte di Giacobbe.
Farò venire oro anziché bronzo,
farò venire argento anziché ferro,
bronzo anziché legno,
ferro anziché pietre.
Costituirò tuo sovrano la pace,
tuo governatore la giustizia.
Non si sentirà più parlare di prepotenza nel tuo paese,
di devastazione e di distruzione entro i tuoi confini.
Tu chiamerai salvezza le tue mura 
e gloria le tue porte.
Il sole non sarà più
la tua luce di giorno,
né ti illuminerà più
il chiarore della luna.
Ma il Signore sarà per te luce eterna,
il tuo Dio sarà il tuo splendore.
Il tuo sole non tramonterà più
né la tua luna si dileguerà,
perché il Signore sarà per te luce eterna;
saranno finiti i giorni del tuo lutto.
Il tuo popolo sarà tutto di giusti,
per sempre avranno in possesso la terra,
germogli delle piantagioni del Signore,
lavoro delle sue mani per mostrare la sua gloria.
Il piccolo diventerà un migliaio,
il minimo un immenso popolo;
io sono il Signore:
a suo tempo, farò ciò speditamente.

RESPONSORIO

Cfr. Sal 71, 50

R   Al Signore i Magi offrirono tre regali preziosi,
      che manifestano i divini misteri;
           l'oro richiama il dominio regale,
           l'incenso prefigura il sacerdozio,
           la mirra annunzia la sepoltura.

V   Il re di Tarsis e delle isole portano offerte,
      i re degli Arabi e di Saba offrono doni:
           l'oro richiama il dominio regale,
           l'incenso prefigura il sacerdozio,
           la mirra annunzia la sepoltura.

L    Benedicimi, Padre.
V   La stella del Signore
      ci rischiari la mente e ci illumini il cuore.
R   Amen.

SECONDA LETTURA

Dalla «Esposizione del vangelo secondo Luca» di sant’Ambrogio, vescovo

(II, 44-48: SAEMO 11, 187-189)
I Magi contemplano Dio nel bambino

I Magi, venuti dall’Oriente, erano in cerca di questo bambino, che tu giudichi senza pregio, perché non hai fede; e, prostratisi, lo adorano, e lo chiamano re, e ne confessano la futura risurrezione, offrendogli dai loro scrigni oro, incenso e mirra. Che cosa significano questi regali, portati da una fede verace? L’oro spetta al re, l’incenso a Dio, la mirra al defunto; altra cosa, infatti, sono le insegne proprie del re, altra il sacrificio dovuto alla potenza divina, e altra ancora l’onore della sepoltura, che non doveva corrompere il cadavere, bensì conservarlo. Noi pure, fratelli che ascoltiamo e leggiamo queste cose, caviamo dai nostri tesori simili doni: «abbiamo infatti un tesoro in vasi di creta» (2Cor 4, 7). Se, perfino riguardo a te stesso, non devi valutare ciò che sei secondo la tua misura, ma secondo quella di Cristo, quanto più, riguardo a Cristo, non devi valutare ciò che è tuo, ma quello che è di Cristo! Per questo i Magi offrono doni dai loro scrigni. Vuoi sapere qual è il loro merito? Vedono la stella, ma dove c’è Erode non la vedono; dove c’è Cristo, la stella si fa nuovamente vedere, e indica la via. Perciò questa stella è la via, e Cristo è la via, perché secondo il mistero dell’incarnazione Cristo è stella; infatti «una stella spunterà da Giacobbe, e un uomo sorgerà da Israele» (Nm 24, 17). E poi, dove c’è Cristo, c’è anche la stella; egli è infatti «la stella fulgida del mattino» (Ap 22, 16). Egli si manifesta con la sua stessa luce.
Eccoti un altro insegnamento. I Magi sono venuti per una strada, ma ritornano per un’altra, perché, dopo aver visto il Cristo, dopo aver capito chi era il Cristo, se ne partono certamente migliori di quando erano venuti. Allora ci sono due vie: una conduce alla perdizione, l’altra conduce al regno. Quella che porta da Erode, è la via dei peccatori, questa, per cui si ritorna alla nostra patria, è Cristo, poiché quaggiù abbiamo solo un’abitazione provvisoria, come sta scritto: «L’anima mia ha dimorato troppo in terra straniera» (Sal 119, 6).
Guardiamoci dunque da Erode, che comanda soltanto con un’autorità mondana temporanea, per raggiungere la dimora eterna della patria celeste.
Tali ricompense non sono state offerte soltanto ad alcuni eletti, ma a tutti, poiché «Cristo è tutto e in tutti» (Col 3, 11); puoi vedere, infatti, che non a caso si fa notare che sia Abramo, appartenente ai Caldei, che sono ritenuti assai esperti nell’astrologia, credette in Dio, sia i Magi, benché cercassero con arti magiche di propiziarsi la divinità, credettero alla nascita terrena del Signore; ciò non si fa notare a caso, ripeto, ma per prendere da genti ostili una testimonianza in favore della santa religione, e un esempio di timor di Dio. Ma chi sono cotesti Magi, se non i discendenti di Balaam, come vuole una tradizione, il quale profetizzò: «Una stella spunterà da Giacobbe»? Perciò essi sono i suoi successori non meno nella fede, che nella discendenza. Quegli vide la stella in ispirito, questi la videro con i loro occhi, e credettero. Avevano scorto una stella straordinaria, non ancora mai vista dalla creazione del mondo, avevano visto la nuova creatura, e cercavano la grazia dell’uomo nuovo non soltanto in terra, ma anche in cielo, secondo le parole profetiche di Mosè: «Una stella spunterà da Giacobbe e un uomo sorgerà da Israele». E riconobbero che quella era la stella, che indicava l’Uomo-Dio. Adorarono il bambino. Non lo avrebbero certamente adorato, se lo avessero creduto soltanto un bambino. Perciò il mago comprende che ormai è cessata la sua arte, tu invece non comprendi che è giunto il momento dei tuoi benefici? Egli confessa un estraneo, tu non riconosci colui che è il promesso? Egli crede a proprio danno, tu non ritieni di dover credere a tuo favore?

TE DEUM

Noi ti lodiamo, Dio, *
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.

A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell’universo.

I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;

le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.

O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell’uomo.

Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.

Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
nell’assemblea dei santi.

Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
Lodiamo il tuo nome per sempre.

Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.

Pietà di noi, Signore, *
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
non saremo confusi in eterno.

TE DEUM

Te Deum laudámus: *
     te Dóminum confitémur.
Te ætérnum Patrem *
     omnis terra venerátur.

Tibi omnes ángeli, *
     tibi cæli et univérsæ potestátes:
tibi chérubim et séraphim *
     incessábili voce proclámant:

Sanctus, Sanctus, Sanctus *
     Dóminus Deus Sábaoth.
Pleni sunt cæli et terra *
     maiestátis glóriæ tuæ.

Te gloriósus *
     apostolórum chorus,
te prophetárum *
     laudábilis númerus,
te mártyrum candidátus *
     laudat exércitus.

Te per orbem terrárum *
     sancta confitétur Ecclésia
Patrem *
     Imménsæ maiestátis,

venerándum tuum verum *
     et únicum Filium,
Sanctum quoque *
     Paráclitum Spíritum.

Te rex glóriæ, *
     Christe.
Tu Patris *
     sempitérnus es Fílius.
Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, *
     non horruísti Vírginis úterum.

Tu, devícto mortis acúleo, *
     apertuísti credéntibus regna cælórum.
Tu ad déxteram Dei sedes, *
     in glória Patris.
Iudex *
     créderis esse ventúrus.

Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, *
     quos pretióso sánguine redemísti.
Ætérna fac cum sanctis tuis *
     in glória numerári.

Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *
     et bénedic hereditáti tuæ.
Et rege eos, *
     et extólle illos usque in ætérnum,.

Per síngulos dies *
     benedícimus te;
et laudámus nomen tuum in sæculum, *
     et in sæculum sæculi.

Dignáre, Dómine, die isto *
     sine peccáto nos custodire.
Miserére nostri, Dómine, *
     miserére nostri.

Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *
     quemádmodum sperávimus in te.
In te, Dómine, sperávi: *
     non confúndar in ætérnum.

Se all’Ufficio delle Letture seguono immediatamente le Lodi si omettono l’orazione seguente e l’introduzione di Lodi e si recita immediatamente il Cantico di Zaccaria.

ORAZIONE

Cristo, luce che viene dal cielo,
rifulga, Padre, nelle nostre tenebre;
e sia aperta a tutti gli uomini
la strada verso la patria eterna
in virtù dell’incarnazione del Figlio tuo, 
nostro Signore e nostro Dio,
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo,
per tutti i secoli dei secoli.


Quando l'Ufficio delle letture si recita nelle ore notturne o nelle prime del mattino, invece dell'orazione riportata si può sempre dire l'orazione seguente:

Allontana, o Dio, ogni tenebra
dal cuore dei tuoi servi
e dona alle nostre menti la tua luce.
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio, 
che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo, 
per tutti i secoli dei secoli.

CONCLUSIONE

V   Benediciamo il Signore.
R   Rendiamo grazie a Dio.