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PASSI DECISIVI PER VIVERE UN GIUBILEO CHE SI FA REALMENTE VANGELO

Pubblicato il 16/01/2025

«Nel Messaggio per la Giornata della pace papa Francesco intreccia teologia ed economia, preghiera e responsabilità» 
“Parliamone insieme”: L'editoriale di Credere, a cura del direttore di don Tonio Dell’Olio

Il 2025 è un anno speciale. La sete di pace che sale come grido da tanti luoghi del mondo incontra il cammino dell’anno giubilare. Il cammino della speranza si chiama pace, ma non come un auspicio, un augurio o un pio desiderio, piuttosto con la forza della fede che non evade dalla realtà e si fa carico delle lacrime e del dolore del mondo.

Nel Messaggio per la Giornata mondiale della pace che reca il titolo "Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la pace", papa Francesco lo dice con una chiarezza disarmante, intrecciando mirabilmente teologia ed economia, preghiera e responsabilità. Parla alle coscienze individuali e alla politica, ai credenti e a ogni persona di buona volontà.

La radice della giustizia di cui c’è bisogno è nella consapevolezza di essere tutti figli di uno stesso Padre che non ha altra cifra che quella della misericordia e del perdono e ci insegna che ognuno è chiamato a divenire riflesso di quella misericordia.

Nel dna del Giubileo, infatti, vi è un’esigenza di giustizia che oggi ci invita a cambiare sistema. «Le ingiustizie», scrive il Papa nel Messaggio, «assumono a volte l’aspetto di quelle che san Giovanni Paolo II definì “strutture di peccato”, poiché non sono dovute soltanto all’iniquità di alcuni, ma si sono per così dire consolidate e si reggono su una complicità estesa».

Prime tra queste la questione del debito dei Paesi impoveriti che non hanno alcuna speranza di risollevarsi se non viene sciolto quel nodo scorsoio che li opprime. Un debito che nel corso del tempo ha cambiato pelle tanto da non essere più detenuto da altre nazioni, ma da privati senza scrupoli che lo usano come materia di ricatto per continuare così a depredare le materie prime di cui il modello di sviluppo del Nord del mondo ha bisogno.

Al punto che «il debito estero è diventato uno strumento di controllo, attraverso il quale alcuni governi e istituzioni finanziarie private dei Paesi più ricchi non si fanno scrupolo di sfruttare in modo indiscriminato le risorse umane e naturali dei Paesi più poveri, pur di soddisfare le esigenze dei propri mercati».

Per questa ragione il vero debito è piuttosto quello che le nazioni ricche hanno contratto verso i poveri ed è un debito ecologico che produce l’avanzamento del deserto e l’innalzamento degli oceani, un debito mediatico che non fa giungere fino a noi la loro voce e le loro ragioni, un debito di pace perché la guerra incendia il mondo producendo morte, sofferenze e distruzioni da una parte e gli extraprofitti delle industrie di armi dall’altra.

Di qui la proposta di Francesco di utilizzare «almeno una percentuale fissa del denaro impiegato negli armamenti per la costituzione di un Fondo mondiale che elimini definitivamente la fame e faciliti nei Paesi più poveri attività educative e volte a promuovere lo sviluppo sostenibile, contrastando il cambiamento climatico».

Passi decisivi per vivere un Giubileo che si faccia realmente Vangelo.


da: Credere 52/2024


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